Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus è l’argomento di cui parliamo questo mese con lo studio Psynerghia. In questo articolo trovate le riflessioni e i consigli della D.ssa Rubanu per gestire l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e i suoi risvolti psicologici all’interno delle famiglie.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus | GEnitorialmente

Sono tante le domande che abbiamo fatto alla D.sa Rubanu in questo post ci sono le paure di noi genitori per i nostri figli, per noi e anche per i nostri genitori che sono i più esposti al rischio di contagio

Stiamo vivendo tutti in una condizione particolare, in continua evoluzione, senza una circoscrizione temporale effettiva, con un’unica certezza: dobbiamo stare a casa e uscire solo per questioni sanitarie o di prima necessità. Al momento il valore fondamentale da salvaguardare è la salute delle persone e tutti abbiamo il dovere civile di fare la nostra parte per evitare il diffondersi di questo pericoloso virus.

Questo presupposto è fondamentale ed è proprio a partire dalla condizione imprescindibile del restare a casa che voglio cominciare la mia riflessione: genitori e figli si trovano a convivere in spazi limitati per un tempo molto maggiore di quello solito.

Molti genitori hanno sospeso l’attività lavorativa o lavorano da casa, i bambini e i ragazzi non vanno a scuola, visto che le scuole sono chiuse.

Lo spazio è delimitato e il tempo si dilata creando effetti che bisogna imparare a gestire. Inoltre tutti viviamo una sensazione di incertezza rispetto a ciò che succederà, incertezza e paura per una condizione di quarantena legata ad una pandemia che sta mietendo molte vittime.

Si tratta di emozioni e vissuti che non ci piacciono ma dei quali non possiamo fare a meno, la paura è un’emozione primaria che ha un ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza, è quella che ci permette di difenderci e di metterci in salvo quando ci sentiamo in pericolo. In una situazione come questa quindi, non solo è normale e fisiologico provarla, ma si può anche dire che una certa dose di paura è fondamentale per mantenere il giusto livello di allerta e tenerci lucidi, in modo da evitare di mettere in atto condotte pericolose per noi e/o per gli altri.

La situazione può diventare problematica se la paura diventa ansia generalizzata e si arriva a percepire ogni situazione come rischiosa, allarmante e impossibile da gestire.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus: La paura

Una giusta dose di paura ci permette dunque di evitare due situazioni ben più pericolose:

1. da un lato la sottovalutazione del rischio, che ha portato e porta molte persone a mettere in pericolo la propria salute e quella altrui perché, non percependo il rischio, sentono il pericolo lontano da sé, pensano che gli altri esagerino, che le notizie che arrivano siano troppo allarmistiche e, di conseguenza, non mettono in atto i necessari comportamenti di auto protezione e di protezione sociale;

2. dall’altro la sensazione di sentirsi sempre sotto minaccia, sempre come se un feroce nemico, ancora più subdolo perché invisibile, possa colpire la persona e i suoi cari. La paura diventa terrore e l’ansia diventa panico.

Per affrontare questa situazione è quindi necessario poter dare risposta a delle domande:

Cosa sta succedendo?

È colpa di qualcuno?

Perché questo virus ha una diffusione così rapida?

Insomma abbiamo bisogno di dare un senso a ciò che stiamo vivendo e che ci spaventa e possiamo farlo solo affidando la nostra ricerca di risposte a fonti affidabili e certe, e  trovando un equilibrio nella gestione degli aspetti pratici e psicologici che la quarantena e la paura da Coronavirus comportano.

Io provo a dare il mio contributo rispondendo, punto per punto, alle domande che mi sono state poste.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus. I bambini

Cosa dobbiamo dire ai bambini?

Anche i bambini stanno vivendo una condizione particolare:  prima le loro giornate erano scandite dalla scuola, dallo sport e dalle altre attività organizzate, adesso devono stare a casa, senza poter uscire se non in balcone e, per poter affrontare bene questa situazione, devono avere chiare le motivazioni di questo cambiamento.

Ai bambini deve essere sempre detta la verità, una verità sostanziale, chiara e semplice, comprensibile a seconda dell’età.

Non devono essere esposti a stimoli troppo frequenti o troppo complicati. Basta un momento al giorno da dedicare alla visione di un video o alla lettura di informazioni, che va fatta rigorosamente assieme ai grandi. Tutto deve essere spiegato e si deve essere disponibili a rispondere alle loro domande.

I bambini devono avere fiducia nel fatto che ci sono tante persone che si stanno occupando di risolvere questa situazione, che le persone ammalate vengono curate da tanti bravi medici e che ognuno deve fare la sua parte, per aiutarli.

La loro parte e quella di stare a casa al sicuro.

E a casa possono continuare a fare le cose che già facevano e poi se ne possono aggiungere delle altre: giocare, fare i compiti e stare con persone adulte di fiducia.

I genitori in questo momento delicato hanno il compito di trasmettere serenità e affetto anche quando magari si sentono in difficoltà. Può succedere di mostrarsi preoccupati e i bambini coglieranno immediatamente questo segnale, non è grave, anche i genitori sono essere umani che possono provare paura, tristezza e sconforto, ma devono poi essere in grado di tornare a dare fiducia e contenimento, magari esplicitando che anche i grandi a volte si sentono in difficoltà ma che certi momenti si possono superare.

I bambini devono prima di tutto sentirsi al sicuro e, per ottenere questo risultato, è necessario che si sentano al sicuro anche i grandi che si occupano di loro, per cui se ci si sente in difficoltà bisogna ricordarsi che si può chiedere aiuto, sia nella propria rete di relazioni, che a dei professionisti della salute.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus: I ragazzi

Come dobbiamo comportarci con i ragazzi?  

Se i figli sono adolescenti probabilmente cercheranno da soli le informazioni sulla rete, così come sono abituati a fare per tutte le cose, e questo comportamento non deve essere demonizzato perché può diventare un’occasione di scambio, dialogo e confronto in famiglia.

Anche in questa situazione vale una regola che io ripeto spesso: con gli adolescenti bisogna trovare delle strategie di contatto, rispettando le loro modalità di azione e le fasi che caratterizzano il loro sviluppo. Si parte quindi dal rispettare i loro tempi e i loro spazi, che devono essere salvaguardati per quanto è possibile.

Per i ragazzi e le ragazze questa quarantena forzata è sicuramente più difficile che per i bambini, perché mentre i bimbi sono sereni se vedono i genitori sereni, gli adolescenti hanno più bisogno del confronto coi pari, delle uscite; parte fondante della costruzione della loro identità è infatti la definizione di sé per contrasto e contrapposizione dalle figure adulte di riferimento. Non si deve però mai dimenticare che hanno comunque bisogno di sentire di avere nella famiglia una base sicura di riferimento, dalla quale potersi allontanare e poter scegliere di tornare, sapendo di trovare accoglienza e fiducia.

Un aspetto importante è fare leva sul loro senso di responsabilità e sul fatto che adesso il contributo di tutti è fondamentale per superare la difficoltà. I ragazzi sono molto più sensibili e responsabili di quanto noi spesso pensiamo e sono in grado di capire quali sono le priorità reali.

Certamente non vanno minimizzate le loro esigenze, la frustrazione che provano nel non poter uscire e vedere i loro amici, magari il fidanzato o la fidanzata. Questi bisogni devono essere riconosciuti come importanti e permettono di valorizzare ancora di più il loro impegno e il loro contributo per uscire tutti assieme da questa condizione.

Non bisogna mai sottovalutare la sensibilità dei ragazzi e la loro capacità di comprendere la gravità della situazione.

Probabilmente  li vedrete di più col telefonino in mano ma, se ci pensiamo bene, non siamo forse tutti noi nella stessa condizione in questo momento in cui le attività sono ridotte e la rete diventa il mezzo per mantenere le relazioni sociali? Inoltre per loro la rete  è anche un ponte coi compagni di classe e con i professori stessi che fanno lezione online o danno i compito attraverso le chat di WhatsApp.

La convivenza in famiglia può diventare difficile. Come affrontare le quotidianità e quali suggerimenti per la decompressione famigliare?

È vero la convivenza in famiglia può diventare faticosa, nessuno è più abituato a stare per tanto tempo coi propri familiari, soprattutto se non lo fa per una libera scelta.

Le strategie di decompressione, a  mio avviso, passano per la possibilità di riuscire a costruire un tempo piacevole da trascorrere insieme, magari riscoprendo attività che non si fanno da tempo, ma anche nuove cose, come ad esempio i flash mob che si stanno facendo dai balconi e che creano una piacevole dimensione ludica che unisce a tutte le età.

La regola davvero fondamentale resta quella di riuscire a trovare degli spazi individuali, anche se per poco tempo. Questo vale sia nel rapporto tra genitori e figli che nel sottosistema genitoriale, nella coppia, per intenderci, per salvaguardare un minimo di confini personali.

Ancora è molto importante sapere che in questo momento a tutti può capitare di perdere la pazienza perché si sentono invasi i propri confini, perché non ci sente capiti, perché a stare sempre tutti insieme a volte può mancare l’aria, che ci si può sentire tristi, preoccupati, angosciati e che siccome si è un sistema, l’umore di uno influenza anche quello dello degli altri. Bisogna sempre tenere a mente che lo si sta facendo per un  bene superiore e che per questo bisogna avere pazienza, e che questo tempo avrà una fine e si potrà ricominciare con la vita che si faceva prima.

COME ALLONTANARE IL SENSO DI PAURA, QUALI MECCANISMI DI PROTEZIONE POSSIAMO METTERE IN ATTO?

Quando si vivono situazioni di forte stress ci si può sentire più impauriti, più fragili, ma anche più irritabili e più aggressivi. Può succedere anche di avere difficoltà a dormire o che il sonno sia disturbato da incubi e, di conseguenza, di giorno potrà capitare di avere difficoltà di concentrazione.

Per poter gestire tutti questi aspetti è importante prima di tutto riconoscerli, non negarli e riuscire a dare loro il giusto spazio di osservazione e ascolto, perché è solo se ci prende cura di sé che si possono affrontare queste settimane difficili e non lasciare che la quarantena si trasformi in una gabbia che imprigiona.

Se si sente che le difficoltà sono troppe e sembra di non poterle gestire bisogna ricordarsi che si può chiedere aiuto, parlare coi familiari, con gli amici e chiedere un sostegno professionale, che non si interrompe nonostante il Coronavirus.

È giusto essere sempre aggiornato o è meglio allontanarci dalle notizie?

È importante non esagerare con la ricerca di informazioni, che, se protratta  a lungo, può diventare ulteriore fonte di ansia. È importante informasi solo una, massimo due volte al giorno, utilizzando fonti ufficiali quali i siti del Ministero della salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Bisogna evitare le notizie dai toni allarmisti e la fake news che inevitabilmente circolano e contribuiscono ad aumentare la nostra condizione di stress.

Magari i momenti della giornata in cui si reperiscono le informazioni possono essere passati assieme, in modo da avere uno spazio di confronto e dialogo su questo tema che però resti circoscritto.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus: La socializzazione.

Come affrontare la mancanza di socializzazione?

Un ruolo fondamentale lo svolge la rete, il mezzo che tante volte critichiamo diventa adesso una preziosa risorsa perché permette di tenere vive le relazioni sociali anche se con una modalità differente.

Forse in  questo gli adolescenti sono più allentati degli adulti e possono dare una mano a familiarizzare con tante modalità che permettono anche delle videochiamate di gruppo, oltre che le individuali. Oltre a WhatsApp possiamo usare Skype, Zoom, GoToMeeting e tante altre piattaforme che consentono addirittura di fare sport in gruppo, anche se ognuno a casa sua.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus: Genitori anziani

Come gestire la preoccupazione nei confronti dei nostri genitori che sono i soggetti più a rischio?

Le persone anziane sono le più fragili in questo momento, sia dal punto di vista strettamente sanitario che dal punto di vista dell’isolamento che possono vivere con sofferenza.

Ma anche in questo caso può essere molto utile la rete, che permette di sentire  e vedere i propri cari ogni qualvolta lo si desideri.

Bisogna accertarsi che seguano le regole e cercare di non farli sentire soli. Si può raccomandare loro di chiedere aiuto non appena si sentono in difficoltà.

Come affrontare la quarantena e la paura da coronavirus: Il confronto

Come evitare che la paura si trasformi anche’essa in una pandemia? Esistono degli alert che ci fanno comprendere che ci stiamo esaurendo?

Ci si può chiedere se, nonostante le difficoltà del periodo, si senta di avere in qualche misura il controllo della situazione o si possa avere invece la sensazione che il tutto stia sfuggendo di mano.

In questo è molto importante il confronto con le persone che si hanno vicine e che possono dare un feedback al riguardo.

E non si deve mai dimenticare che ci si può confrontare con psicologi e psicoterapeuti che possono aiutare a capire cosa sta succedendo e come affrontare e superare le difficoltà.

Le colleghe e i colleghi continuano ad offrire le loro prestazioni nel rispetto del DPCM, con modalità da remoto, con le telefonate e, soprattutto le videochiamate; anche in questo la rete si conferma una preziosa risorsa.

Maria Grazia Rubanu

Psicologa Psicoterapeuta

Psynerghia – Psicologia e Relazioni

Foto di LN su Unsplash

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