A che età mandare i figli adolescenti in vacanza da soli è la tematiche che abbiamo affrontato questo mese grazie alla collaborazione con lo studio Psynerghia.
Parliamo di quando è opportuno che i figli e le figlie adolescenti possano andare in vacanza senza i genitori, con gli amici o magari con il fidanzato o la fidanzata. In questo post trovate le domande di alcuni genitori e di seguito le riflessioni delle nostre psicologhe.
In adolescenza i ragazzi e le ragazze iniziano ad avere bisogno di maggiori aree di autonomia, di sperimentarsi in situazioni in cui mettere in gioco in modo differente le abilità e le competenze acquisite e cominciano a fare richieste “di libertà” ai propri genitori. Una di queste riguarda la possibilità di andare in vacanza senza di loro, da soli, con gli amici o con il fidanzato o la fidanzata.
Se proviamo a metterci nei panni dei figli possiamo facilmente comprendere quanto questo bisogno di autonomia corrisponda ad una fase della crescita, al desiderio di fare nuove esperienze e di mettersi alla prova in situazioni nuove, senza avere il giudizio e la protezione dei propri genitori.
Se invece proviamo a metterci nei panni dei genitori possiamo comprendere altrettanto bene le loro preoccupazioni e le loro ansie:
E’ abbastanza maturo per farlo? Saprà cavarsela? E se ci fossero problemi? Se incontrasse persone pericolose da cui non sa difendersi?
E così via …
Ma è possibile mettere insieme queste due esigenze, entrambe legittime? Come coniugare la richiesta di autonomia e la possibilità di sperimentare che è fisiologica in adolescenza e il bisogno di protezione che i genitori hanno verso i propri figli?
E ancora, ci sono differenze tra una vacanza con i coetanei e una vacanza con la fidanzata o il fidanzato?
È una questione di età o sono altre le variabili che entrano in gioco?
Se guardiamo l’aspetto anagrafico i 16 anni sembrano essere l’età che mette tutti d’accordo: Gianfranco De Lorenzo, già presidente dell’ANPE, Associazione Nazionale, Pedagogisti Italiani, sottolinea che sia l’età giusta sia dal punto di vista giuridico che psicologico.
I 16 anni sono un’età in cui lo sviluppo cognitivo potrebbe consentire un percorso di questo tipo, se accompagnato da un adeguato livello di sviluppo affettivo ed emotivo. È l’età in cui di solito si consolidano i legami amicali e si iniziano a costruire amicizie durature ed importanti, che potrebbero essere un buon punto di riferimento in un’esperienza di questo tipo. Il gruppo di amici in questa fascia d’età, in genere è più strutturato ed è più probabile che si desideri fare un’esperienza di indipendenza assieme.
L’età è però chiaramente un dato indicativo perché molto dipende dalle caratteristiche individuali del ragazzo o della ragazza, dal livello di responsabilità e di autonomia costruiti nel tempo, dal legame di fiducia tra genitori e figli, dalla possibilità di vedere il proprio figlio come uno che se la sa cavare in situazioni differenti e che può essere capace di gestire degli imprevisti e non come un ragazzo fragile che potrebbe soccombere di fronte alle difficoltà.
Ma lo stesso vale se la domanda è
A che età mandare i figli adolescenti in vacanza col fidanzato o la fidanzata
In teoria il ragionamento dovrebbe essere lo stesso, ma qui entrano in gioco altre paure dei genitori: non sarà troppo presto per fare la coppia stabile?
Se ci spostiamo sul piano di coppia ci viene da pensare che è diverso se i ragazzi partono con un gruppo di amici, in un viaggio organizzato, come ad esempio un campo estivo o se invece si parte come “coppietta” con la famiglia di uno dei due, così come chiedono di fare Alessia e Luca.
Come raccontavamo qualche giorno fa in questo post Alessia ha 15 anni e vorrebbe andare una settimana in vacanza con la famiglia di Luca. In questa situazione, per i genitori della ragazza, da un lato c’è un aspetto rassicurante che è quello della presenza di una famiglia che può monitorare i due ragazzi, dall’altro però c’è il tema dell’opportunità di fare una vacanza di coppia a 15 anni. Anche in questo caso non abbiamo una risposta preconfezionata, molto dipende dalle caratteristiche dei due ragazzi e anche dal rapporto tra le due famiglie.
Il rischio che si corre però è quello di dare ad una relazione giovane e fresca una connotazione di ufficialità che potrebbe essere eccessiva, una sorta di bruciare le tappe dal punto di vista dei confini e del peso da dare allo stare insieme. Comprendiamo che si tratta di una storia che va avanti da un anno, che per i ragazzi è senz’altro importante e rappresenta la prima prova di intimità costruita nel tempo, ma dobbiamo anche esplicitare che il rischio che si venga a creare una simbiosi di coppia a questa età è abbastanza elevato.
E allora cosa possono fare i genitori?
A nostro avviso potrebbero avere un compito fondamentale che è quello di insegnare ai propri figli che una relazione è importante anche se non si condivide tutto e che una settimana di vacanza separati può essere anche un modo per vivere in modo più intenso le proprie amicizie e le proprie esperienze individuali.
Diverso sarebbe se i due ragazzi potessero fare un viaggio di gruppo con altri ragazzi e con la presenza di adulti, in questo modo vivrebbero la dimensione della coppia ma in un contesto gruppale allargato che simbolicamente appare differente e che potrebbe essere un’esperienza che li porterebbe a confrontarsi in gruppo anche sulla dimensione della coppia in adolescenza.
In generale dunque possiamo dire che per fare andare un adolescente in vacanza con amici o fidanzato/fidanzata è opportuno avere consapevolezza del fatto che possa cavarsela o meno, che abbia senso di responsabilità e di autonomia. Per saperlo basta analizzare come si comporta in casa, a scuola e con gli amici.
Sarà inevitabile che i genitori siano un po’ in ansia la prima volta, ma se si decide di dare fiducia ai propri figli bisogna riuscire a rispettare il patto, cercando di essere supportivi e non invadenti, anche se è sempre fondamentale mettere in guardia dai pericoli che possono esserci.
È anche importantissimo sottolineare il valore dell’esperienza del viaggio, il viaggio aiuta a conoscersi, a prendere le proprie misure e confrontarsi con un mondo che ancora non si conosce e a mettersi alla prova contemporaneamente divertendosi e affrontando imprevisti e difficoltà.
Maria Grazia Rubanu e Melania Cabras
Psynerghia – Psicologia e Relazioni
Figli al centro è la rubrica dove abbiamo raccolto le domande e i dubbi di noi genitori, perché il confronto aiuta sempre. Ma soprattutto troverai quei consigli preziosi che stai cercando grazie alle risposte delle nostre esperte dello studio Psynerghia
Questi sono solo alcuni degli argomenti che abbiamo trattato:
Come togliere il cellulare ai figli: Le domande dei genitori e le risposte delle psicologhe
Il ruolo paterno nell’educazione delle figlie: Le domande dei genitori e le risposte delle psicologhe
Adolescenti e problemi scolastici: le domande dei genitori e le risposte delle psicologhe
Come prepararsi all’adolescenza: le domande e le risposte delle psicologhe parte 1 e parte 2
Per leggere tutti gli argomenti clicca su: Adolescenti – Figli al centro
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