Oggi compie gli anni Kailash Satyarthi, dal 2014 è diventato molto famoso perché, insieme a Malala Yousafzay, ha vinto il premio Nobel per la pace, come genitore mi sembra doveroso ricordare quello che ha fatto ormai da trent’anni e che continua a fare: libera i bambini schiavi.
La prima volta che ho sentito parlare di lui era il 1998, perché era il presidente della Marcia globale contro il lavoro minorile, quell’iniziativa, della quale conservo ancora la maglietta, fu promossa per denunciare in tutto il mondo, la piaga del lavoro minorile.
La marcia partì dall’India e arrivò a Ginevra, passando per tutti i continenti, coinvolse le Organizzazioni Non Governative (ONG) locali che si occupano di giustizia e diritti umani.
A Ginevra l’agenzia del Lavoro delle nazioni unite (International Labour Organization – ILO) redasse la convenzione n . 182 contro le peggiori forme di lavoro minorile.
Kailash Satyarthi è il fondatore dell’organizzazione Bachpan Bachao Andolan e con il suo impegno, ha salvato decine di migliaia di bambini e bambine dalla schiavitù, anche con veri e propri blitz di liberazione nei dormitori, dove erano tenuti prigionieri. Molte testimonianze sono riportate nel sito dell’organizzazione che potete trovare qui.
Una delle cose che maggiormente mi ha colpito è che Kailash Satyarthi tratta il tema del lavoro infantile non “semplicemente” come una questione di carità, ma giustamente la individua come una delle maggiori causa della povertà, della disoccupazione e dell’illegalità.
In uno dei suoi discorsi ha anche affermato che sono sufficienti 11 miliardi di dollari, che sono pari a 3 giorni di spesa militare mondiale, per consentire l’istruzione di 246 milioni di bambini lavoratori ed eliminare così la piaga del lavoro minorile.
Dalla Marcia globale contro il lavoro minorile sono passati molti anni ma non posso dimenticare che esistono bambini picchiati e costretti a lavorare come fossero degli adulti, e forse anche più duramente, perché completamente indifesi.
Adesso che sono un genitore questi temi mi tormentano ancora di più e allora eccomi qui, dal mio piccolo spazio, a ricordare un uomo che ha molto coraggio e combatte perché questo non succeda più.
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