Come aiutare un ragazzo a maturare? E’ la domanda che abbiamo posto alle nostre amiche psicologhe dello studio Psynerghia. Leggiamo insieme la loro risposta.
“L’adolescenza implica crescita, e questa crescita richiede tempo. E mentre la crescita è in progresso, la responsabilità deve essere assunta da figure genitoriali. Se le figure abdicano, allora gli adolescenti devono fare un salto nella falsa maturità e perdere il loro bene più grande: la libertà di avere idee e di agire per impulso”[1].
Le parole di Donald Winnicott sintetizzano al meglio il nostro pensiero in proposito al tema di questo mese, un tema complesso, come sempre portato alla nostra attenzione da questo articolo “Come aiutare un figlio a maturare”.
Come aiutare un ragazzo a maturare – Genitori e figli sull’altalena
Sentiamo spesso i genitori lamentarsi della difficoltà a maturare che vedono nei propri figli, di come li percepiscano diventare grandi fisicamente ma rimanere infantili in certi comportamenti.
È una preoccupazione che comprendiamo bene perché per i genitori non è facile maneggiare questi oggetti fragili che sembrano essere diventati i figli in adolescenza, qualcosa da prendere con le pinze, qualcosa che spesso dà la sensazione che come fai sbagli.
Come spesso accade, come in una sala degli specchi, è la stessa sensazione che vivono anche i figli.
- – Né carne, né pesce
- – Non più bambini, non ancora adulti
- – Considerati grandi per alcune cose e piccoli per altre
- – Con la sensazione di essere a tratti importanti e a tratti insignificanti
- – Con il desiderio di trovare se stessi senza sapere da dove cominciare
- – Con la voglia di non assomigliare a dei genitori percepiti come giurassici
- – Con la curiosità e la paura di non sapere nulla di cosa li aspetta
Come aiutare un ragazzo a maturare – L’ambivalenza dei vissuti e delle emozioni
Una serie di vissuti e di emozioni ambivalenti che richiedono tempo e pazienza per poter essere sviluppati ed elaborati sia dai figli che dai genitori.
L’adolescenza è la fase della vita che permette ai ragazzi di traghettarsi dall’infanzia all’età adulta e per compiere questa traversata ci vuole tempo. Un tempo caratterizzato da incongruenze e da salti tra una riva e l’altra, senza poter veramente attraccare nel nuovo porto prima che i tempi siano maturi.
L’adolescente inizia a capire cosa gli piace e cosa no, a sperimentarsi nel mondo come individuo unico e questo, se da un lato gli piace, dall’altro lo atterrisce e così torna indietro a quella fase che conosce, nella quale erano gli altri a prendere le decisioni al suo posto.
E si muove così, come le onde sulla spiaggia, alternando movimenti in avanti e poi indietro, nel continuo tentativo di costruire la propria strada, con la paura di sbagliare e che poi sarà troppo tardi per tornare indietro.
Questa modalità spaventa gli adulti, che si nutrono di speranza quando vedono i movimenti di crescita e poi di paura, quando vedono le regressioni.
Come aiutare un ragazzo a maturare – Il ruolo genitoriale e la sala degli specchi.
Ma cosa può fare un genitore quando si trova di fronte ad una modalità così complessa e difficile da capire?
La cosa più opportuna è continuare a svolgere il proprio ruolo genitoriale che comprende il fare da guida ai propri figli, il tracciare una strada chiara fatta di fiducia, ascolto e alcune regole ferme.
Si dovranno affrontare delle sfide, ci sarà un confronto che spesso sfocerà in conflitto, ma questa modalità non deve spaventare, perché fa parte del naturale processo di crescita dei figli e anche dei genitori che crescono assieme ai propri ragazzi.
Uno dei compiti più difficili in questa fase è proprio quello di aiutare i figli a reggere in questa posizione intermedia, senza forzarli a diventare adulti e senza proteggerli da ogni cosa riportandoli alla condizione infantile.
Serve quindi la capacità di muoversi con flessibilità in modo da adeguare le modalità educative alle esigenze dei ragazzi che crescono e che hanno bisogno di poter seguire la spinta all’autonomia senza avere delle tappe obbligate.
Possiamo ritrovare ancora una volta la nostra sala degli specchi, perché in questa situazione in cui il figlio deve imparare a reggere, a stare in una dimensione intermedia mettendo in conto diverse oscillazioni in una direzione e nell’altra, anche il genitore deve imparare a reggere e a stare, nel permettere al proprio figlio di mettersi in gioco, anche passando attraverso l’errore, nel fare passi avanti e subito dopo passi indietro, sapendo che il suo essere una guida, in questa fase passa anche per la sperimentazione del senso di impotenza e della propria fragilità.
Solo in questo modo i genitori potranno dare ai figli un esempio dell’autenticità del diventare adulti, che non è un punto di arrivo definitivo e stabile, ma il continuo fluire di un processo che dura tutta la vita e che sarà tanto più completo quanto più sarà possibile mantenere vivo il ricordo di tutte le fasi della crescita e la convivenza di tutte le parti di sé.
Come aiutare un ragazzo a maturare – L’esempio
I genitori non devono mai dimenticare che la cosa più importante è l’esempio che loro possono dare come adulti sereni ed equilibrati, adulti che affrontano le difficoltà che la vita pone loro di fronte. Adulti che non sono sempre perfetti, che sbagliano e sono capaci di correggere il tiro sui propri errori, adulti che non nascondono le proprie emozioni e che hanno la capacità di divertirsi, di gioire, di essere leggeri in alcuni momenti della giornata.
Perché i figli per affrontare la paura di diventare grandi hanno bisogno anche di vedere attorno a sé figure di adulti veri che sanno apprezzare anche le piccole gioie della vita.
Maria Grazia Rubanu e Melania Cabras
Psynerghia – Psicologia e Relazioni
Photo by Daniel Spase on Unsplash
[1] Cit. D.W. Winnicott “Gioco e realtà”, 1994, Armando editore
Ancora nessun commento