Una delle più grandi opportunità dell’essere genitore è che sei costretto a tenerti aggiornato su molti aspetti riguardanti la vita dei figli, basti pensare a cose banali come le tendenze musicali che più interessano i coetanei dei nostri figli o alla tecnologia.
Se non si resta al passo, non si ha nessuna possibilità di avere un dialogo con i propri figli, specie quando ci si avvicina all’adolescenza.
Certo, tenersi aggiornati sull’ultimo gruppo musicale di tendenza non è una grande fatica e, a parte qualche inevitabile confronto con i cantanti della nostra adolescenza, non implica mettere in discussione nulla delle nostre abitudini, del nostro modo di pensare e dei tanti stereotipi che la nostra cultura ci impone.
Ma il bello degli stereotipi è che possono, o meglio devono, essere messi in discussione. Quando i miei genitori erano piccoli, nelle famiglie l’idea preponderante era che i figli maschi studiassero e che le femmine imparassero economia domestica; successivamente quando si è “concesso” alle donne di avere sufficiente cervello per studiare si è deciso che le figlie potevano fare facoltà umanistiche ma che proprio non c’entravano nulla con la tecnologia. Fortunatamente, adesso le donne studiano lettere o ingegneria secondo le proprie attitudini.
Ultimamente sento parlare molto spesso dell’identità di genere, anche in questo caso credo che si stia aprendo la strada per abbattere un altro stereotipo e francamente ne sono felice.
Non credo sia giusto imprigionare i nostri bambini, fin da piccoli, in uno schema mentale predefinito che costringe i maschi a preferire l’azzurro al rosa o le macchinine alle bambole, o analogamente, a definire dei maschiacci le femminucce che amano giocare a calcio.
Per raccontare ai miei bimbi che esiste concretamente la possibilità di scegliere ciò che più li attira, come spesso mi accade, ho scelto i libri ed in particolare due libri della collana sottosopra, dei quali ho parlato nel post “Il trattore della nonna” e nel post “Una bambola per Alberto”.
Sono felice che questo stereotipo venga superato perché mi pare più semplice, che i nostri figli decidano i loro giochi, e anche il loro futuro, in base a ciò che più li diverte o che gli viene meglio, in sostanza scegliere secondo le proprie attitudini.
Il tema degli stereotipi e dell’identità di genere è un tema a noi molto caro, in questo post abbiamo presentato i risultati di uno studio sulle famiglie con genitori omosessuali e il risultato è stato che i figli cresciuti da coppie omosessuali sono più felici. E sembra che la principale differenza stia proprio nel fatto che in queste famiglie ciascuno dei genitori svolge il proprio ruolo secondo le proprie attitudini anziché secondo i luoghi comuni per i quali certi compiti spettano all’uomo/papà e altri alla donna/mamma.
Credo sia fondamentale abituare i nostri bambini ad avere una mente critica ed aperta e a non restare vittime degli stereotipi a guardare la realtà sotto i diversi punti di vista e a manifestare con serenità le proprie attitudini.
E penso sia ancora più importante dimostrare ai nostri figli che da bambini, come da grandi, potranno parlare con noi di qualsiasi tema che li coinvolga, anche rispetto alla loro sessualità, e che la nostra mente è aperta ad accettare le loro scelte, o perlomeno a mantenere con loro un confronto basato sul rispetto.
Essere genitori: una bella opportunità per mantenere la mente aperta.
Questo post partecipa al blogstorming di Genitoricrescono
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