Kualid che non riusciva a sognare di Vauro SenesiPer la nostra rubrica del venerdì, “il libro della settimana”, vi presento un romanzo per ragazzi:

“Kualid che non riusciva a sognare” di Vauro Senesi.

 “[…] bambini che hanno visto solo guerra e macerie. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello che almeno qui potessero vedere qualcosa di divertente, che gli faccia un po’ di compagnia mentre sono costretti a letto. Le cose belle aiutano a guarire. Poi indicò l’italiano rumoroso che gli stava a fianco sorridente […] – Questo mio amico, oltre a fare gran confusione, è bravo a disegnare. […]“

Il libro è ambientato nell’Afghanistan dei Talebani e il protagonista, Kualid, è un bambino di 10 anni circa.

Kualid vive con la mamma e il nonno sulle montagne sopra Kabul e non ha mai conosciuto la pace, da quando è nato nel suo paese c’è sempre stata la guerra.

Dopo la morte del padre, scomparso in guerra, anche lui contribuisce, come può, al misero bilancio familiare e ne è molto orgoglioso; per guadagnare pochi spiccioli o del cibo, la mattina molto presto va con il cugino a riempire le buche sulla strada che porta a Jalalabad, sperando nella ricompensa degli autisti dei camion che transitano da quell’importante via di comunicazione.
Il suo più grande tormento, però, è di non riuscire a sognare.

Un giorno Kualid incontra, Babrak un uomo buono e pacifico che di mestiere fa il calligrafo. Babrak oltre ad insegnarli la magnifica arte di creare nuovi colori, gli fa, per la prima volta, conoscere il mondo dei disegni, una pratica proibita dai precetti imposti dai Talebani. Insieme al calligrafo Kualid andrà a colorare i magnifici disegni che decorano il reparto pediatrico dell’ospedale, che alcuni stranissimi italiani hanno costruito, e che è aperto a tutti, senza distinguere tra donne e uomini o tra Talebani e gente comune.

Il libro è edito da PIEMME, serie rossa della collana “il battello a vapore” ed è consigliato dagli 11 anni, 261 pagine. Non è certamente un romanzo di evasione; ma può essere un ottimo spunto di riflessione sia per noi genitori sia per i nostri ragazzi, che fortunatamente vivono in una realtà completamente differente dal protagonista del libro.

Penso però che è giusto che sappiano che non per tutti il problema principale è l’interrogazione di matematica o italiano, e che questo li aiuti ad apprezzare fino in fondo quello che hanno senza darlo completamente per scontato.

Buona lettura a tutti i genitori e i ragazzi!



Con questo post partecipo al venerdì del libro di homemademamma.

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