Ma si dai … oggi mi sento BIO!
…quando la buona volontà porta più fatica che guadagno…
Eh si perché io per i miei figli ho scelto di preparare gli omogenizzati in autonomia, con la relativa fatica, per poi scoprire che la normativa è più restrittiva nei confronti del baby food che nei confronti del bio, ma questo tema lo approfondiremo più avanti!

Ma facciamo un passo indietro; quando per signorina G è arrivata l’ora della pappa, è iniziato il dilemma: quale pappa scegliere? Finché dovevo darle solo il latte è stato facile scegliere. Tutti in coro, dalla nonna al pediatra, mi ripetevano che era meglio il latte materno e quindi non è che ho dovuto proprio scervellarmi e ho optato per il latte materno.

Con l’inizio della pappa la cosa si è complica.

Le marche di omogeneizzati sono tantissime, quale sarà la migliore? E poi c’è pure questa mia fissazione dell’importanza di farli mangiare in modo sano ed equilibrato fin dai primi giorni. Aggiungiamoci l’impressione che quanto viene prodotto in modo casalingo è più genuino di quello che viene prodotto in modo industriale e mettiamoci pure un po’ di presunzione che come cucino io, nessuno mai… e il gioco è fatto.

Ed ecco che senza neppure accorgermi, mi sono ritrovata a produrre da sola gli omogeneizzati per signorina G!!
Non contenta della fatica di farli io, non mi sono limitata ad andare nel reparto biologico del supermercato sotto casa. Eh no, dovevo essere sicura di quanto acquistavo e quindi, nulla di meglio, del biologico a kilometri zero. E così eccomi a comprare direttamente dai produttori con certificazione bio, che si trovano vicini a casa mia. Anche solo l’approvvigionamento della materia prima, era un bell’impegno, ma per i figli primogeniti, si fa di tutto, si sa. Certo poi mi è toccato fare lo stesso per i gemelli perché se no mi sarebbero venuti i sensi di colpa; non si possono fare le differenze solo perché sono secondogeniti. Il risultato è scontato, mamma Flavia corre come una pazza.

La fase della produzione è banale ma ci vuole un bel po’ di tempo.

Con l’omogeneizzato di frutta è un gioco da ragazzi: sbucci, gratti o frulli e il pranzo è servito!

Con gli omogeneizzati di carne la cosa è stata leggermente più laboriosa. La carne deve essere cotta a vapore per non perdere il meglio delle sostanze nutritive, le porzioni vanno accuratamente pesate per non eccedere con le proteine che se no fa male quando saranno più grandi. Attenzione però a non fare le porzioni scarse, se no poi non mi cresce abbastanza. Infine, deve essere tutto omogeneizzato perfettamente se no non riesce a deglutire il tutto.

Anche con l’omogeneizzato verdura il gioco non è stato proprio banale, perché nell’omogeneizzato di verdura occorre mischiare verdure differenti e i tempi di cottura (sempre rigorosamente al vapore) non sono gli stessi per tutte le verdure.
Ovviamente occorre scegliere solo verdure di stagione. Attenzione però all’inserimento progressivo dei differenti tipi di verdura, per verificare eventuali allergie. E attenzione anche alle verdure che possono creare aria nella pancia e attenzione infine alle verdure ricche di fibre, per le quali la fase dell’omogeneizzazione deve essere decisamente accurata.

Fortunatamente non ho trovato nessun produttore di pesce biologico nei dintorni di casa mia. Oh meno male! Se il menu prevede pesce basta stappare l’apposito omogeneizzato e il gioco è fatto!
Ora ho capito perché si dice che il pesce fa bene: fa bene alla mamma che si riposa!

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