Latte materno e protezione, ma fino a quando possiamo proteggere i nostri figli?

Genitorialmente | Latte materno

È proprio vero che la natura è perfetta, vedo che sia che si tratti di lipidi piuttosto che di carboidrati comunque il latte materno ha un’importante funzione di protezione.
Il concetto di protezione mi fa ritornare alla mente un colloquio che ho avuto con la ginecologa, erano le prime settimane di gravidanza e quindi con tutte le paure del caso, legate a me ma soprattutto legate al miracolo che si stava compiendo nel mio corpo. Il mio bambino era sano? Cosa potevo fare per proteggerlo durante la gravidanza?  Quali screening erano necessari per capire se fosse malato o se avesse qualche malformazione?

Oltre agli esami di controllo, avrei potuto fare amniocentesi, villocentesi, translucenza nucale, ecc… qualcuno di questi li ho fatti, ma chiaramente mi avrebbero diagnosticato solo specifiche malattie o malformazioni, e tutte le altre?

La risposta della mia ginecologa mi ha proiettato in un modo di pensare nuovo, che impongo a me stessa di non dimenticare mai.

Fino a dove possiamo pensare di proteggere i nostri figli? Il famoso cordone ombelicale quando l’abbiamo tagliato? O non l’abbiamo ancora fatto?
Non sto parlando di protezione da qualcosa di fisico ma dall’approccio con il mondo. Qual è il limite fin dove dobbiamo accompagnare i nostri figli e dove, dopo, dobbiamo lasciarli camminare da soli?
Come sarebbe molto più semplice metterli sotto una bella campana di vetro, invece no, dobbiamo vederli soffrire e sbagliare, perché così crescono e imparano a affrontare la vita. Chiaramente la loro vita.

Ma noi genitori vogliamo sempre proteggerli

Quando all’asilo hanno detto a mia figlia che era brutta e lei all’asilo non ci voleva più andare, quanto ho sofferto. Ho chiesto un colloquio con le maestre che mi hanno detto che non si erano accorte di nulla e che avrebbero vigilato, ma soprattutto che la mia bimba avrebbe dovuto imparare proprio a questa età, a 4 anni ad affrontare le prime delusioni della vita, perché questa “scuola di vita” pian piano le avrebbe insegnato ad affrontare delusioni più importanti.
Io che avevo già pianificato di metterle il vestito più elegante che aveva, mi sono resa conto di quanto avrei sbagliato.
Cosa è successo? Il giorno dopo all’uscita dell’asilo quando sono andata a prenderla era imbronciata, dentro di me mi sono fatta coraggio e avrei trovato il modo di rincuorarla e rasserenarla. Le chiesi “Perché hai quella faccina”?
Risposta: “Mamma perché sei venuta a prendermi così presto? Mi stavo divertendo.”
La campana di vetro non serviva.

Blog di genitori - Manu e Flavia | Genitorialmente

 

 

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