Accabadora: quando si praticava l'eutanasia in Italia | Genitorialmente

Accabadora: quando si praticava l’eutanasia in Italia | Genitorialmente

In queste vacanze ho letto Accabadora un libro incredibile, non solo per la trama che è veramente originale, ma soprattutto per la rivelazione che l’eutanasia in Italia, o meglio in Sardegna, si è praticata fino all’inizio del 1900.

Eutanasia in Italia: Accabadora

di Michela Murgia

Ma veniamo alla trama.

Ci sono figli naturali e figli dell’anima, i primi sono generati solo dalla madre biologica, i secondi nascono due volte, dalla madre naturale e poi rinascono quando vengono adottati.

Bonaria Urrai è senza marito ma benestante, non ha avuto figli e decide di occuparsi della piccola Maria Listru, la quarta figlia di una vedova che non ha mai voluto tenere questa bambina e fatica a mantenerla.

Maria Listru diventa così, la figlia dell’anima di Tzia Bonaria. La ricca vedova tratta la bambina con rispetto e le presta numerose attenzioni alle quali la piccola non è abituata; Tzia Bonaria le consente di studiare, le insegna a fare la sarta e anche a comportarsi onestamente.

Maria e Bonaria trascorrono la loro convivenza con serenità e affetto, pur sapendo di non essere realmente madre e figlia, il loro il legame si rafforza sempre più.

Tra loro c’è solo un segreto che la donna non vuole svelare a Maria, cosa fa quando improvvisamente esce da sola nella notte?

Quando Maria scopre che la donna che ama come se fosse sua madre è s’accabadóra il loro rapporto sembra crollare e Maria, ormai adulta, decide di trasferirsi a Torino; tuttavia la vita le riserva delle situazioni inaspettate e, come spesso accade, metterà Maria di fronte a scelte difficili.

Prima di leggere questo romanzo, non sapevo neppure che in Sardegna esistesse la “femina accabadóra” o s’accabadóra, una figura quasi istituzionale nei piccoli paesi dell’entroterra sardo; la sua missione era di interrompere la sofferenza dei malati terminali.

Quando il malato, dopo aver ricevuto l’estrema unzione, non riusciva a morire, i parenti chiamavano la “femina accabadóra, che con un cuscino o con un bastone d’olivo toglieva la vita al malato.

All’epoca non esisteva certo la terapia del dolore e gli ospedali erano spesso irraggiungibili dai piccoli paesi dell’entroterra sardo, l’intervento della s’accabadóra era considerato un gesto di grande pietà.

Accabadora di Michela Murgia è un romanzo scritto bene, scorrevole e tratta in modo accurato alcuni aspetti molto significativi della tradizione sarda, una cultura tanto affascinante quanto misteriosa.

I temi difficili trattati in questo romanzo sono veramente molti, forse troppi, oltre all’eutanasia in Italia si parla di pedofilia e di adozioni illegali, la trama è a volte poco realistica, ma fornisce sicuramente diversi spunti di riflessione interessanti.

Certo non è semplice trattare il tema dell’eutanasia in Italia, è comunque un interessante motivo di meditazione, sapere che da sempre l’uomo ha cercato di porre fine alla sofferenza che non può trovare pace.

Buona lettura a tutti.

Genitori - Manu e Flavia | Genitorialmente

Con questo post partecipo al venerdì del libro di homemademamma.

 

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