Quando i genitori non sono d’accordo sull’educazione dei figli: questo è l’argomento di cui parliamo questo mese. Per la rubrica Figli al centro prosegue la collaborazione con Psyblog e le sue psicoterapeute, esperte in tematiche relazionali che con questo articolo rispondono alle domande di noi genitori, quelle che spesso teniamo dentro di noi e non abbiamo il coraggio fare ad alta voce.

Genitorialmente | Quando i genitori non sono d'accordo sull'educazione dei figli

Ecco le loro risposte e i loro consigli.

Manu parla dell’importanza dell’accordo tra i genitori e sottolinea che, quando questo manca, i figli trovano lo spazio per inserirsi e fare ciò che vogliono.

Condividiamo la premessa di Manu: è fondamentale che ci sia accordo tra i genitori nella gestione ed educazione dei figli, soprattutto per gli aspetti più importanti. Ed è molto importante che questo accordo sia presente già alla nascita dei figli, perché, anche se i bambini piccoli non hanno gli strumenti per capire cosa sta succedendo a livello cognitivo, sono già da subito in grado di percepire il clima emotivo della famiglia.

Come sempre partiamo da una riflessione più generale per poi andare verso il particolare.

Quando i genitori non sono d’accordo sull’educazione dei figli: Cosa succede nei figli?

I figli si sentono confusi, non riescono a capire chi ha ragione, non sanno più cosa è giusto e cosa è sbagliato e si sentono presi in trappola dentro un conflitto di lealtà: “chi dei due ha ragione? A chi dei due devo dare ascolto?”

I figli ne approfittano per sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Se non c’è una linea comune è facile pensare di poter trovare da soli la propria scelta, che sarà ovviamente una scelta di comodo: “Visto che non mi dicono in modo chiaro cosa fare posso fare quel che voglio!”

Ci preme ribadire che si tratta di un vantaggio spesso fittizio perché in realtà, quando i genitori sono in disaccordo, i figli sperimentano un potere troppo grande per le loro forze, un potere che fa gola e col quale si prova a giocare, ma che non fa bene e questo i bambini lo imparano molto presto facendone le spese sulla propria pelle.

Quando i genitori non sono d’accordo sull’educazione dei figli: Cosa succede in famiglia?

Il bambino/adolescente, preso nel conflitto di lealtà, sceglie con chi stare e si schiera, in genere, con il genitore che viene percepito come più morbido, permissivo o flessibile.

I genitori si dividono ancora di più e le differenti visioni possono sfociare in conflitti aperti che vedono il figlio come posta in gioco: “ecco hai visto? Gli lasci fare tutto quello che vuole, sei troppo permissivo e lui ne approfitta!”.

Quanto scritto sopra è valido in generale ma non può prescindere da un aspetto molto importante:

Quali sono i motivi per i quali i genitori non sono d’accordo sull’educazione dei figli?

 

1.I genitori hanno una visione differente rispetto all’educazione dei figli, ognuno ha il suo approccio, legato alla propria storia e ai propri vissuti. Non si può prescindere dalla relazione con i propri genitori, dai quali si cerca di differenziarsi, cercando di non ripetere gli errori che si pensa abbiano compiuto.

2.I genitori hanno caratteri differenti che li portano ad affrontare in modo diverso le situazioni educative. Può essere che uno sia più timido e l’altro più estroverso, uno può essere più impulsivo e l’altro più riflessivo, uno più emotivo e l’altro più razionale  e così via…

3.I genitori hanno delle difficoltà come coppia e, inevitabilmente, le proiettano nell’educazione dei figli.

 

Si tratta di tre condizioni differenti che possono avere esiti molto diversi.

Nei primi due casi infatti le differenze dei genitori possono anche diventare delle risorse.

Se sono presenti un affiatamento di base, il rispetto e la stima nei confronti dell’altro genitore, le visioni educative differenti possono essere negoziate e i caratteri diversi possono aiutare a sfumare i rispettivi spigoli.

Possono esserci situazioni nelle quali è opportuno affidarsi all’altro genitore per la gestione di alcune situazioni o per alcune decisioni. Ma questo si può fare solo se ci si fida dell’altro.

Quando si vedono le cose in modo differente può essere utile chiedersi cosa ci ha colpito dell’altro quando lo abbiamo scelto come partner e quando abbiamo iniziato a pensare potesse essere un buon genitore per i nostri figli.

Insomma che risorse ha l’altro per noi come persona e come genitore e che risorse abbiamo noi e poi come poter mettere insieme questi punti per la costruzione di un progetto educativo realizzabile anche se si parte da visioni del mondo molto differenti.

Anche quando si entra in conflitto, questo non è necessariamente negativo, la parola conflitto, viene quasi demonizzata, ma in realtà questa condizione può anche essere vista come lo scontro di differenti visioni che può anche diventare incontro se di fondo c’è un obiettivo comune.

Se l’obiettivo comune è davvero il benessere dei figli e non ci sono altre dinamiche in gioco, si può sempre trovare un accordo, una negoziazione possibile, magari anche il fatto che ogni tanto uno dei due può cedere perché sente l’altro più competente in quel momento, più convinto, più in ascolto dei bisogni dei figli.

Manu stessa nel suo post sottolinea come rispetto alla scelta della scuola di una delle sue figlie, sia stato un bene potersi affidare al padre della ragazza. Questo significa fiducia: accettare la posizione dell’altro e lasciare che sia lui a prendere le redini della situazione per poi vedere che le cose vanno nella direzione giusta.

Nel terzo caso invece le cose sono più difficili da gestire.

Quando la coppia è in difficoltà non sempre i suoi membri si rendono conto di quanto i temi di coppia vadano ad influenzare la relazione con i figli.

È una situazione molto rischiosa nella quale prima di tutto occorrerebbe fare chiarezza sui livelli in gioco:

Cosa è dei partner in quanto tali e cosa della relazione con i figli?

 

Una volta chiarito questo punto sarà possibile per i genitori pendersi cura di se stessi come partner e tenere fuori i figli dalle dinamiche di coppia, evitando in questo modo che si strutturino dinamiche relazionali familiari disfunzionali, con situazioni nelle quali i figli possono diventare i vice partner di un genitore e si possono creare alleanze e meccanismi di triangolazione (un genitore si allea con un figlio contro l’altro genitore) che possono essere molto dannosi.

Si tratta di situazioni molto delicate in cui è molto importante chiedere aiuto alle persone giuste, cioè psicologi/psicoterapeuti esperti in tematiche familiari e di coppia.

Cosa si può fare per gestire al meglio le questioni educative? 

 

È molto importante che i genitori, anche partendo da visioni educative differenti riescano ad arrivare ad una linea educativa chiara, che permetta ai figli di sperimentare serenità e di sentirsi contenuti affettivamente. Per questo è importante prevenire, intervenire e non discutere in presenza dei figli.

Quando i genitori non sono d’accordo sull’educazione dei figli: Tre comportamenti da seguire

Prevenire significa decidere prima quale linea educativa portare avanti, anche partendo da visioni iniziali differenti. Se l’accordo viene trovato prima si riducono al minimo le occasioni di mostrarsi in disaccordo di fronte ai figli.

Intervenire significa che una volta che le regole generali sono state stabilite devono essere fatte rispettare da entrambi i genitori, con costanza ma senza troppa rigidità, ovvero utilizzando la necessaria flessibilità che permette di capire la situazione specifica.

Non discutere in presenza dei figli. Questa è una regola aurea che va rispettata sempre, se ci si trova nella situazione in cui non ci si era accordati prima o si tratta di una situazione nuova e mai affrontata prima, vale la regola che chi prima parla da la linea da seguire anche all’altro. Lo spazio per discutere, confrontarsi e trovare le eventuali modalità per correggere il tiro va sempre trovato a porte chiuse, in modo che i figli non possano sentire.

Abbiamo scritto delle regole generali che sono importanti ma che devono anche essere adeguate all’età dei figli.

In adolescenza i genitori non possono ancora pretendere di prendere le decisioni per i figli, diventa fondamentale prendere in considerazione il loro punto di vista.

Rispetto a questo le parole magiche che ripetiamo ad ogni post come un mantra sono:

Ascolto – Dialogo – Fiducia

Quando i genitori non sono d’accordo sull’educazione dei figli e non si sa con certezza che direzione prendere ci si può affidare all’altro genitore, che magari in quel momento ha un’idea più chiara della rotta e soprattutto si deve imparare ad avere fiducia nei propri figli, in modo che loro stessi possano sperimentare di contare davvero, di avere potere decisionale sulla propria vita e sulle proprie scelte.

 

Maria Grazia Rubanu e Melania Cabras

Studio di psicologia Psynerghia

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