Problemi scolastici in adolescenza chi non li ha? Mia figlia è in terza media e non studia. Entro febbraio dobbiamo scegliere la scuola superiore e la forbice tra capacità e volontà di studio è enorme, cosa fare?

Genitorialmente | Problemi scolastici in adolescenza

A dirla tutta non è vero che mia figlia non studia, lei studia solo le materie che le interessano per cui passiamo dal 9 in matematica al 4 in francese ai 5 nelle materie di studio, e così via.

Lei non ama la scuola, certo la risposta istintiva è “Perché esiste qualche ragazzo che ama andare a scuola”?

Certo che no. Ma noi vediamo la differenza fra la prima figlia e la seconda. Entrambe hanno avuto e stanno avendo problemi di rendimento scolastico legati soprattutto alla mancanza di volontà, ma gli atteggiamenti sono diversi

So che le difficoltà scolastiche in adolescenza sono un problema comune, ma qua non funziona il famoso “Mal comune mezzo gaudio”. Nessuno ama andare a scuola e nessuno ama studiare, MA poi i ragazzi che studiamo esistono.  Lei invece non perde occasione per dire “Non mi piace andare a scuola”. Nonostante questo è sempre andata abbastanza bene, tant’è che in questa fase di scelta delle scuole superiori eravamo orientati al liceo, ora di fronte a questo tracollo davvero non sappiamo cosa fare.

E’ mancanza di volontà, non di capacità. Sicuramente preferisce le materie scientifiche , ma vediamo che anche in passato quando si è applicata alle materie umanistiche portava a casa dei bei voti.

I professori?

Totalmente carenti (tranne matematica). I problemi scolastici in adolescenza sono spesso strettamente correlati alle carenze degli insegnanti, ma questo non deve diventare un alibi. Purtroppo anche questo non aiuta, incapaci di insegnare, di destare interesse, e oserei dire qualcuno anche falso e strafottente. Quando un insegnante “dice le bugie” per difendere se stesso e dare la colpa agli studenti c’è poco da fare.

Il preside?

Mi verrebbe da dire, passo. Chiaramente quando un corpo docente non funziona e il preside lo difende, non si può andare da nessuna parte.

Questo non toglie che mia figlia deve studiare.

Ora iniziano anche le discussioni  famigliari tra me e mio marito.

Lui vuole aiutarla a recuperare i voti e una volta raggiunto un buon livello di studio lasciarla proseguire da sola.

Io vorrei invece responsabilizzarla sin da subito. Ora che ha toccato il fondo deve reagire, anche perché lei continua a sostenere che vuole fare il liceo e noi ovviamente le rispondiamo che con così poca volontà non è in grado di affrontare una scuola così difficile.

Premetto che l’esperimento di aiutarla a recuperare i voti e poi lasciarla proseguire da sola l’abbiamo provato altre volte (in situazioni meno gravi) ma non è servito a nulla.

Dialogo?

Abbiamo un dialogo aperto, e abbiamo spiegato cosa significa andare male a scuola oltre al fatto di fare la scelta sbagliata alle superiori. Abbiamo parlato di responsabilità, di rispetto, di cultura, di conoscenza, di doveri e di piaceri. Lei è d’accordo su tutto, ma nulla è cambiato.

E’ successo qualcosa a scuola? No.

Ha problemi con i compagni di classe? No.

Per me la diagnosi di questo grave calo scolastico è solo una: menefreghismo cosmico.

La domanda rimane aperta “Come risolvere i problemi scolastici in adolescenza”? Ha ragione mio marito e quindi dobbiamo aiutarla, sebbene sappiamo che in passato è stata autonoma e indipendente ? E poi, fino a quando? O è giusto lasciarla sola a gestire le conseguenze del suo comportamento …e se poi non reagisce?

Grazie a chi sa consigliarmi e a chi mi ha ascoltato.

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