Internet navigazione consapevole per ragazzi | Genitorialmente

Internet navigazione consapevole per ragazzi | Genitorialmente

I NATIVI DIGITALI USANO CORRETTAMENTE IL WEB?

I nostri figli fanno parte della generazione 3.0 i nativi digitali”, loro, a differenza di noi, non hanno dovuto “accogliere”  internet, Facebook, e tutto il mondo digital, c’era già tutto. Spesso noi genitori ci lamentiamo di quanto tempo stiano attaccati al cellulare, sembra che il loro mondo giri intorno a WhatsApp, anzi toglierei il “sembra”.

Noi genitori facciamo bene o male a tentare di limitare il tempo in cui i nostri figli sono connessi a Internet?

Secondo me come per tutto ciò che è educazione dobbiamo spiegare e creare consapevolezza in quello che fanno

I ragazzi, salvo rare eccezioni non si rendono conto che tutto quello che fanno in rete è “traccato”, si scambiano foto su App di scambio foto convinti che poi verranno cancellate per sempre dall’App….

Io ho spiegato a mia figlia che la foto che mette sul profilo di WhatsApp può essere scaricata e utilizzata dai suoi contatti, che sono ragazzi adolescenti come lei, che talvolta si divertono a fare “scherzi stupidi” magari facendo collage fra foto e facendole girare sui social.

I nostri figli vedono la vetrina di internet e di tutti i social, e come tutte le vetrine sono bellissime e accattivanti, loro non guardano cosa c’è dietro, non sono interessati al “dietro le quinte” ma soprattutto non ne hanno l’interesse e non ne hanno avuto la possibilità.

Noi genitori invece che facciamo parte di un’altra generazione i cosiddetti “immigrati digitali” sappiamo come era prima.

Noi, dopo un iniziale stordimento, abbiamo interagito con il computer, l’abbiamo conosciuto poco a poco e pian piano ci siamo resi conto che non è una realtà da demonizzare ma che dietro al video c’è l’occhio del “Grande fratello” non quello della “Casa” ma quello di George Orwell in 1984 (lettura davvero interessante)

E’ sempre un fatto di educazione: insegniamo ai nostri figli un utilizzo intelligente e consapevole di internet, parliamo con loro e mostriamo loro le conseguenze dei loco comportamenti digitali:

Facebook: chiediamo quanti di loro hanno letto interamente la parte relativa alla privacy e se l’hanno fatto all’apertura del loro profilo o dopo quanto tempo. La voglia di socializzazione rende spesso secondario l’esigenza di privacy.

Il fantastico mondo di youtube tanto frequentato dai nostri figli, è un ottimo strumento per rilevare i nostri interessi analizzando, ad esempio, come ci comportiamo davanti agli spot pubblicitari, se li guardiamo e per quanto tempo,  se invece facciamo skip, il punto in cui facciamo skip rivela i nostri interessi, fateci caso, nei giorni successivi ci verranno proposti nuovi video a seconda del nostro comportamento.

I dati di utilizzo della rete da parte dei nostri figli sono falsati? No. Sebbene l’età minima per accedere su Facebook o Gmail è 13 anni, l’occhio del grande fratello vede cosa viene cercato, quando, quanto e quindi descrive un profilo preciso dell’utente, anche se minore di 13 anni

E dopo la teoria ecco la pratica facciamo insieme ai nostri figli una ricerca in Google e monitoriamo con loro per quanti giorni successivi ci vengono riproposti banner commerciali su quello che abbiamo appena cercato. Scriviamo su un pezzo di carta soffermiamoci a riflettere su come tutto sia monitorato. Domandina per noi genitori quanti dei nostri figli ci hanno chiesto che cosa sono i cookies? Ma soprattutto quanti di noi ha spiegato loro cosa sono?

Devo dire che fino a prima di scrivere questo post non l’avevo fatto neanche io.

Facciamo prendere consapevolezza ai nostri figli delle grande potenzialità e dei grandi rischi dell’essere  nativi digitali.

Blog di genitori - Manu e Flavia | Genitorialmente
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