Per la nostra rubrica del venerdì, “il libro della settimana”, oggi racconto un romanzo che ho letto in spiaggia questa estate:
Il Cardellino di Donna Tartt.

Beh non si può parlare di questo libro senza dire, immediatamente, che ha vinto l’importante Premio Pulitzer 2014 per la narrativa.
Le emozioni che ha suscitato in me sono tuttavia contrastanti.

Ma andiamo con ordine, partiamo dalla trama, che è molto articolata ed estremamente intricata. Il libro è scritto in prima persona; il protagonista, Theodor Decker, ripercorre la sua vita partendo dal momento in cui, a dodici anni, è stata sconvolta dalla morte prematura della madre, in un attentato terroristico all’interno di un museo che stavano visitando insieme. Negli attimi che seguono l’esplosione, si trova, senza neppure rendersene conto, a rubare un quadro dal valore inestimabile: Il cardellino del pittore olandese Fabritius.
Il furto, sebbene involontario, condizionerà inevitabilmente tutta la sua vita; l’ansia di essere scoperto e arrestato non lo abbandonerà mai.

Dopo la morte della madre Theodor è rimasto completamente solo, il padre è scappato da casa un anno prima, rendendosi irreperibile, e i nonni non vogliono saperne di prendersi cura di lui. Inizialmente viene ospitato dai genitori di un compagno di scuola, al quale è molto legato, i Barbour sono famiglia ricca e alquanto particolare, ma con loro cerca disperatamente di ritrovare un equilibrio, seppur precario.
Tutto viene nuovamente scombinato dalla ricomparsa del padre, che ha subodorato la possibilità di sottrarre al figlio l’eredità. Theodor è costretto a trasferirsi a Las Vegas, con il padre e la sua fidanzata. A Las Vegas conosce Boris, insieme con il quale comincerà ad abusare di alcool e droga.

Le vicissitudini si susseguono nella sua vita, con momenti di disperazione e attimi di esaltazione; il quadro, ovviamente, lo seguirà in tutte le sue traversie, costituendo nello stesso tempo un conforto ed una croce.

Il libro è scritto molto bene, come è scontato dire per questa autrice; per i miei gusti è però un po’ troppo lungo, sono circa 900 pagine. In alcuni momenti mi pare un po’ prolisso, con descrizioni a volte un po’ troppo dettagliate e un finale che, invece, si conclude molto rapidamente in un modo che, a mio parere, è un po’ scontato.

Come dicevo all’inizio le emozioni sono contrastanti, infatti, nonostante le precedenti considerazioni, lo stile è magnifico e la storia originale.

Buona lettura a tutti i genitori!


Con questo post partecipo al venerdì del libro di homemademamma.

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